L’amore ai tempi dell’Atac

La fata madrina fece piombare Aurora in un sonno profondo.

Passarono cento anni…

E l’autobus che doveva portare il principe non era ancora arrivato. Allora la fata madrina fece in modo che Aurora si svegliasse da sola.

Nel frattempo passò il 213 e il principe vi saltò su in fretta per raggiungere la sua principessa. La quale, non trovandolo al suo risveglio, prese un tram per andargli incontro.

Ma sull’autobus il principe incontrò un topolino col quale fece amicizia tra un semaforo e l’altro e si fece condurre a vedere certe gallerie scavate nel bosco che un tempo circondava il castello di Aurora.

Sul tram Aurora..

Beccò i controllori, che si facevano vedere giusto a quell’ora della giornata ogni cento anni, per controllare gli abbonamenti scaduti, e si fece fare una multa per possesso di biglietto non identificato.

Un tizio la tirò per una mano e scapparono insieme alla prima fermata: costui si rivelò un vecchio (in tutti i sensi) amico d’infanzia che era riuscito a sopravvivere fino a 117 anni e insieme si misero a ricordare i vecchi tempi seduti su una panchina, finché quest’ultimo non ce la fece più e disse che doveva andare a casa a riposare.

Salì sul tram successivo e incontrò un ciclista con una graziella pieghevole che si offrì di portarla in piedi sul portapacchi a conoscere i segreti della città che nel frattempo aveva circondato il bosco che un tempo sorgeva intorno al suo castello.

Girando girando arrivarono in stazione, lei vide la scritta “Bologna”, saltò sul primo treno e vagò per molto tempo sotto gli archi alla ricerca di un fuso per potersi riaddormentare e tornare nel suo tempo.

Quando capì che ciò non era possibile, tornò in stazione, e fece il giro del mondo più volte saltando da un treno in corsa all’altro.

Di lei si seppe solo che visse fino a 217 anni.

Del principe non si ebbe più traccia. Si dice che vaghi ancora sottoterra in qualche punto imprecisato tra Centocelle e il Colosseo.

Se qualcuno sa altro..

29 novembre 2018

Kukumi 88